Do you Quilt?

Ho iniziato a scrivere almeno 3 post prima di questo nello scorso mese, cancellandolo ogni volta. Il perché è presto detto: timore del pregiudizio. La paura di essere additata come “quella che vuol fare troppe cose”, quella che “troppo vuole e nulla stringe”, seppur avendo scritto un breve manuale sul Multipotenziale, la paura del pregiudizio si insinua come un serpente. Ma poi ho pensato bene con la volontà di trasformare il serpente in biscia e provo quindi a raccontarti finalmente questa cosa qua.
Nel 1996 avevo poco più di 20 anni, mi annoiavo a morte perché leggere e scrivere, due cose che facevo da sempre, non mi bastavano più, avevo un fidanzato che aveva da poco iniziato a lavorare full time ed io lavoricchiavo part time in un antesignano call-center di indagini di mercato e sondaggi d’opinione prevalentemente alla sera dalle 17.30 alle 22 e qualche turno mattiniero dalle 8.00 alle 12.30. Ero piena di tempo libero. Per caso mi sono imbattuta in uno dei primissimi corsi di patchwork che si tenevano in Italia, la merceria che frequentavo (e frequento ancora), Servadei, offriva un corso di due giornate con una dolcissima e bravissima insegnante austriaca di patchwork, tale Karin che non ho mai più rivisto, ma che é stata fondamentale per far scoppiare in me un amore viscerale per il Quilt, amore che mi riportava alla memoria i metri e metri di stoffa che le mie nonne e mia mamma cucivano invece in corredi e abiti bellissimi. Fu così che cominciai e da li un mondo colorato, un volerne sapere sempre di più e con spirito pionieristico cominciai a documentarmi e studiare quanto più possibile sull’argomento. Ordinando i primi libri in inglese su Amazon che era molto diverso di quello odierno, dove comunicavi con un certo singulto il tuo numero di carta di credito via fax e loro ti spedivano i libri dagli USA via nave, che arrivavano dopo 2 mesi di viaggio.

Qualche anno dopo avevo acquisito molta pratica e molto sapere, grazie anche ad una fitta corrispondenza via lettera con una quilter americana di Boston, che mi ha molto aiutata li dove i libri non arrivavano, e poi c’era Virgilio prima di Google che negli internet point a 10.000 lire l’ora ti permetteva di scandagliare i primi siti, sempre americani perché di italiano il nulla cosmico, pieni di materiale da esplorare, insomma qualche anno dopo anche io ero pronta a condividere la mia conoscenza e le competenze acquisite. Così nacque Giusypatch, il mio primo sito di patchwork che via via si trasformò in un moderno sito agli albori degli anni 2000. E la mia prima volta da insegnante.

Il mio primo sito ospitato da un vero webhost!

Il mio primo sito ospitato da un vero webhost!

Scorri le immagini per vedere tutte le trasformazioni di Giusypatch qui sopra. Che nostalgia, non trovi? Ebbene, in questo Natale appena passato sono tornata in soffitta. Ho trovato scatoloni pieni di un mondo che si era arrestato per me nel 2007, e come quando ritrovi le scarpette di lana da neonato di tuo figlio, mi si è riempito il cuore di gioia e nostalgia.

Ho rimesso mano alle stoffe, ho tagliato pezzetti, prima timidamente, e poi con ritrovato vigore, ho cucito un miniquilt.

Pattern by jo morton - brown sugar

Pattern by jo morton - brown sugar

Non finisce qui, perché quello che ero si fonde con quella che sono oggi. E ho disegnato un quilt in appliqué che spero di finire il prototipo in tempi ragionevoli, ma viste le mie giornate che, a differenza di 20 anni fa, sono molto molto più piene, temo mi ci vorrà un bel po’.

Quindi, Do you quilt? Yes! I’m coming back to quilt again! :)

E ti lascio una carrellata di vecchi quilt.

Xoxo Jdeebella