Embrace who You are: Here I am

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Se nelle settimane scorse hai fatto caso all'header di questo blog/sito personale, avrai notato che il colorato mondo che avevo disegnato per JdeeBella è stato sostituito da un essenziale logo in bianco e nero. Entrambe gli header sono stati disegnati da me, ma questo in particolar modo sento essere quello definitivo ed il perchè di questo cambiamento te lo spiego oggi con qualche settimana di ritardo rispetto al previsto.

Ho creato Soulful Crane (Soulful = pienezza/pienezza d'animo e Crane = letteralmente Cicogna, ma che ho scelto per i forti significati simbolici che evoca fin dall'antichità.

Quello appena trascorso, è stato per me un anno pieno, anche se particolarmente difficile ed a tratti faticoso, a volte però ho vissuto momenti davvero molto belli, ho tessuto relazioni interpersonali ed ho scoperto nuove amicizie che mi hanno arricchita dal punto di vista personale. Tutto questo sconvolgimento mi ha fatto capire però che se unisco tutti i puntini disseminati in giro esce di me un bel quadro e sarebbe un peccato disperdere tutti questi elementi che ho costruito con fatica nel corso degli anni.

Soulful Crane nasce quindi dall'esigenza di liberare l'esperienza.

Un'esperienza lunga 20 anni. Nasce da un momento di consapevolezza senza più paura di "non essere al posto giusto nel momento giusto", nasce dal confronto con un'anima nel momento di massima limpidezza.

In tutti gli anni precedenti mi sono nascosta e re-inventata adattando il mio spazio pubblico di volta in volta. Così facendo però ho perso per strada molti pezzi e soprattutto le conquiste che avevo raggiunto con dedizione e costanza, ma che non mi sembravano mai coerenti con quello che diventavo nel cambiamento: In 20 anni ho vagato per diversi mari ed abbandonato almeno tre porti sicuri.

Finalmente con Soulful Crane ho deciso di mettere radici ed accettare tutto quello che sono diventata.

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Spero quindi di ritrovarti spesso qui a curiosare, per vedere cosa succede a casa J. Dee Bella che è diventata Soulful Crane - Il nido creativo in Italia, per ora ti posso dire che troverai tante cose belle, perchè se riusciamo a creare la bellezza allora anche il nostro quotidiano diventerà pieno e meraviglioso.

xoxo, Giusy

 

 

Minimù - la storia di un portamonete di stampo familiare

La prima volta che ho disegnato a mano libera il modello e poi realizzato questo piccolo portamonete è stato nel luglio 2009 quando da poco avevo fondato insieme ad altri appassionati e precursori dell’INDIE design, il primo team italiano di Etsy.

greed mosaic La sua forma a mezzaluna, tondeggiante che sta in una mano racchiusa ma che basta a farci stare i soldi per quando si esce a fare la spesa, a bere un caffè o una birretta, per quando non vuoi portarti dietro la borsa grande ed il portafoglio ingombrante. Questo succedeva otto anni fa.

Quando ho traslocato ho svuotato quello che ho chiamato "l’armadio dei tesori” e che in tutti questi anni di inattività ha custodito i miei modelli e gran parte dei tessuti che oggi hanno un ché di vintage, tanto tempo è passato. Molte cose sono state impacchettate con cura e riposte in soffitta, molte altre invece mi hanno seguita nel mio laboratorio della casa nuova. Tra cui anche questo qui.

Non ho mai raccontato però da dove ho preso l’ispirazione per questo modello, che ho tenuto poi nel cassetto e non ho più replicato. Provo a raccontarlo adesso.

Io ho 42 anni e mezzo. Sono nata a Messina, dove sono vissuta in un piccolo paese di provincia fino all’età di dieci anni. Sono nata negli anni ’70 e c’era la crisi. Quella vera.

Mio papà e mia mamma lavoravano entrambi come muli dalla mattina alla sera, un’attività in proprio da gestire, e mio papà ad un certo punto quando chiudeva il negozio ha cominciato a lavorare anche ad una pompa di benzina dalle nove di sera alle due di mattina per arrotondare, per riuscire a mantenere due figli e pagare bollette ed affitto.

Da piccola soprattutto in estate alla fine della scuola rimanevo spesso a casa di mia nonna, che abitava a 10 km di distanza, un po’ per dare respiro ai miei che comunque lavoravano ed un po’ perché così potevo andare al mare con la zia a due chilometri di distanza.

Adoravo passare l’estate li, ed adoravo mia nonna, che per me è stata più una seconda mamma, una donna energica e buona, che ha tirato su figli e nipoti con una pazienza ed un’amore incondizionato, che a volte credo non fosse proprio terreno. Passavo ore a ronzarle tra le gambe, mentre lei cucinava, stendeva i panni nel balcone pieno di fiori, ramazzava casa da cima a fondo a tutte le ore e senza mai fermarsi, intonava canti appassionati e regalava sorrisi e pezzi di pane e frutta al bisogno.

A mezzogiorno arrivava il bottegaio del paese vicino (perché in quello di mia nonna non c’erano botteghe, ma soltanto un bar ed un tabacchino), con tutte le comande del giorno prima ed il pane fresco. Mia nonna allora apriva un pensile in alto della cucina e tirava fuori un taccuino dalla copertina arancione, dove annotava la lista della spesa ed il relativo importo di ogni prodotto (i prezzi li trascriveva il bottegaio il giorno prima quando prendeva la comanda) ed un portamonete a mezzaluna piccolo piccolo con dentro i soldi giusti per pagare la spesa. In tempo di crisi si faceva così. Si centellinava, ed i portafogli erano piccoli e senza pretese, giusti per contenere quello che bastava a vivere dignitosamente. Per il resto eravamo fortunati, perché il grosso ce lo dava la campagna. E frutta e verdura erano sempre tagliati e cucinati freschi quotidianamente. Quel piccolo portamonete mi è rimasto nel cuore, perché mia nonna ci tirava fuori anche i soldi per le caramelle ed il cono gelato da prendere al bar nel pomeriggio.

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Ho deciso di ricreare quel borsellino perché questa storia merita di essere riportata alla luce, perché spesso anche io ho bisogno di centellinare gli spicci e di comprare il giusto necessario per mandare avanti la baracca, perché in questi ultimi anni sto rivivendo un po’ quell’atmosfera di frugalità, ma anche di pienezza, che si viveva quando ero piccola. L’ho chiamato Minimù Money Pouch,  perché misura solo 11,5 cm in larghezza x 8,5 cm in altezza, mini si, ma anche Mu… da “Mutter”, madre, genitrice, madrevite che racchiude in essa la vita.

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Se vuoi adottare anche tu un minimù, lo trovi nel mio shop su Dawanda, ad un prezzo di lancio speciale speciale, che non terrò per molto tempo.