Meet me! and a Swap

Chissà se l'hai notato. Qualche settimana fa (ma potrebbe essere anche un mese fa... tanto corre veloce per me il tempo in questo periodo), ho cambiato header a questo blog, ho risistemato l'home page, ho scritto meno. L'esigenza è nata dall'esplorazione che in questo periodo sto facendo di me stessa, (ok, lo so, è una cosa che non finisce mai e non è proprio cominciata l'altro ieri...). E il fatto che io stia davvero con la testa fra le nuvole per la maggior parte del mio tempo (che NON equivale al detto "pettinare le bambole" :)) ha fatto si che finisse dritto dritto nella Header e nel mio loghetto tutto nuovo. JdeeBella è questa cosa qui. Una Artista ed una Crafter che ama guardare serie TV, il tè i biscotti, i dolci, il pane burro e marmellata, che ama la positività (anche se spesso mugugna, è taciturna, è incazzosa verso le avversità e le ingiustizie) ed ama circondarsi di persone meravigliose e belle, nel senso di persone non arroganti, non dispettose, non invidiose, non maligne, non complessate.  Da tutta questa ricerca ed affermazione del proprio essere, è nata la voglia di incontrarsi. E do appuntamento a chi si riconosce in queste caratteristiche ad un meeting, che diventerà poi un incontro fisso tra crafters. Ho creato una call con un gruppo su FACEBOOK dove ho scritto anche lo scopo del FABULOUS CRAFTERS OF TRIESTE

UNO SWAP

ANNE_SWAL

COS'è uno swap? Uno scambio, un modo per incontrare persone a noi affini, un modo per fare amicizia, un modo per regalarsi un qualcosa di fatto a mano e con il cuore. Il tema di questo swap è stato dettato da ANNE WITH AN E - la serie TV lanciata da Netflix in un remake di Anna dei Capelli Rossi, si è detto che con questa serie si è esplorato il lato dark di Anna. Per chi come me si è anche lustrata gli occhi andando a cercare nei costumi e oggetti di scena il mondo del "fatto a mano" (e direi che se guardi bene ce n'è tantissimo, dai cardigan a maglia, agli scialli finissimi, al ricamo, al quilting), ho voluto celebrare questo evento organizzando uno swap. Se vuoi partecipare, scrivimi un messaggio privato qui o su Instagram e ti inserirò nella lista, hai tempo fino al 15 giugno per iscriverti. Puoi taggare con #AnneSwap e @jdeebella il tuo work in progress per lo swap, in modo che io possa tenere traccia e fare delle gallerie da pubblicare in giro sui social. Se partecipi assicurati che più persone ne vengono a conoscenza, più divertente sarà lo scambio! Se ti va, condividi questa iniziativa taggando eventuali ami/che/i cui pensi farebbe piacere partecipare.

xoxo, Giusy

Maggio, already?

In perfetto stile tradizionale, Aprile dolce dormire... ed infatti sono stata lontana lontanissima dal blog per tutto il mese scorso. Non era voluto e non stavo a dormire, ma il mio impegno è stato profuso in un paio di direzioni piuttosto importanti per me: La mia famiglia e lo studio. Ed ecco qui che arriva già maggio, un mese meraviglioso che sa di primavera, passeggiate, festa e ultimi jant steps da fare prima dell'estate. Maggio è il mese del ME MADE MAY che da sette anni vede protagoniste le sewist-sisters di tutto il mondo sfoggiare i capi fatti con le proprie manine, la cosa bella di questo che ormai è diventato un movimento del vestire consapevole è il riuscire ad indossare ogni giorno per tutto il mese di maggio, almeno un capo o un accessorio cucito con le proprie mani, ma anche la scusa per mettere mano alla scatola dei modelli per confezionarne di nuovi. Ed io ho questo qui, al quale vorrei riuscire a mettere mano.

dotty angel frock dress

A fine marzo, riuscendo ad approfittare di un super sconto, mi sono iscritta al MATS BOOT CAMP di Lilla Roger. Per chi non la conoscesse, Lilla è una decoratrice, illustratrice ed una delle più accreditate Art Agents americane. I suoi corsi fanno sempre sold out, e le artiste da lei rappresentate lavorano con grossi nomi in campo internazionale, basta visitare il sito per accorgersi che fare parte del mondo che gravita attorno a questa fantastica GOODMOTHER FAIRY (o FATA MADRINA) è una grossa opportunità da cogliere al volo. Anche se non si dovesse essere così bravi da riuscire ad essere rappresentati in futuro da Lei, partecipare ai Boot Camp accresce la conoscenza, l'approcio all'arte in maniera totalmente personale, ti insegna a trovare il tuo stile nel disegno incoraggiandoti a seguire il tuo istinto, a sperimentare di più a non fermarti alle sole apparenze. Mese dopo mese le sfide che ti mette davanti sono sempre maggiori ma le affronti passo passo, senza mai sentirti "poca roba", perchè Lilla ci tiene a dire che solo con l'esercizio costante riuscirai nel tuo intento, e non permette a nessuno di scoraggiati o di commentare che il tuo lavoro è brutto, nemmeno a te che lo hai fatto. Ed in questo clima sereno, spensierato e gioioso, di non-critica ma solo di commenti puramente costruttivi, belli e incoraggianti, dai il meglio di te stessa, a qualunque punto tu ti trovi, che tu sia una principiante o una super esperta, sai che il tuo lavoro vale così per come è.  Certo, non è tutto rose e fiori, io mi sono sentita sopraffatta dall'abilità delle mie compagne di corso, basta dare un'occhiata a questa galleria per dire "ma io che c'entro in mezzo a queste TOP"! Eppure, anche le mie tavole hanno ricevuto dei bei commenti, dei cuori e dei mi piace.

Giusy_Di_Bella_APRIL

E chissà magari un giorno anche io potrò dire che tutto questo studio mi ha permesso di migliorare a tal punto da vedere i miei disegni pubblicati o utilizzati per l'home decor.

birds

Intanto continuo a sognare ed a disegnare.

cipi_cover

A presto, xoxo, Giusy

Minimù - la storia di un portamonete di stampo familiare

La prima volta che ho disegnato a mano libera il modello e poi realizzato questo piccolo portamonete è stato nel luglio 2009 quando da poco avevo fondato insieme ad altri appassionati e precursori dell’INDIE design, il primo team italiano di Etsy.

greed mosaic La sua forma a mezzaluna, tondeggiante che sta in una mano racchiusa ma che basta a farci stare i soldi per quando si esce a fare la spesa, a bere un caffè o una birretta, per quando non vuoi portarti dietro la borsa grande ed il portafoglio ingombrante. Questo succedeva otto anni fa.

Quando ho traslocato ho svuotato quello che ho chiamato "l’armadio dei tesori” e che in tutti questi anni di inattività ha custodito i miei modelli e gran parte dei tessuti che oggi hanno un ché di vintage, tanto tempo è passato. Molte cose sono state impacchettate con cura e riposte in soffitta, molte altre invece mi hanno seguita nel mio laboratorio della casa nuova. Tra cui anche questo qui.

Non ho mai raccontato però da dove ho preso l’ispirazione per questo modello, che ho tenuto poi nel cassetto e non ho più replicato. Provo a raccontarlo adesso.

Io ho 42 anni e mezzo. Sono nata a Messina, dove sono vissuta in un piccolo paese di provincia fino all’età di dieci anni. Sono nata negli anni ’70 e c’era la crisi. Quella vera.

Mio papà e mia mamma lavoravano entrambi come muli dalla mattina alla sera, un’attività in proprio da gestire, e mio papà ad un certo punto quando chiudeva il negozio ha cominciato a lavorare anche ad una pompa di benzina dalle nove di sera alle due di mattina per arrotondare, per riuscire a mantenere due figli e pagare bollette ed affitto.

Da piccola soprattutto in estate alla fine della scuola rimanevo spesso a casa di mia nonna, che abitava a 10 km di distanza, un po’ per dare respiro ai miei che comunque lavoravano ed un po’ perché così potevo andare al mare con la zia a due chilometri di distanza.

Adoravo passare l’estate li, ed adoravo mia nonna, che per me è stata più una seconda mamma, una donna energica e buona, che ha tirato su figli e nipoti con una pazienza ed un’amore incondizionato, che a volte credo non fosse proprio terreno. Passavo ore a ronzarle tra le gambe, mentre lei cucinava, stendeva i panni nel balcone pieno di fiori, ramazzava casa da cima a fondo a tutte le ore e senza mai fermarsi, intonava canti appassionati e regalava sorrisi e pezzi di pane e frutta al bisogno.

A mezzogiorno arrivava il bottegaio del paese vicino (perché in quello di mia nonna non c’erano botteghe, ma soltanto un bar ed un tabacchino), con tutte le comande del giorno prima ed il pane fresco. Mia nonna allora apriva un pensile in alto della cucina e tirava fuori un taccuino dalla copertina arancione, dove annotava la lista della spesa ed il relativo importo di ogni prodotto (i prezzi li trascriveva il bottegaio il giorno prima quando prendeva la comanda) ed un portamonete a mezzaluna piccolo piccolo con dentro i soldi giusti per pagare la spesa. In tempo di crisi si faceva così. Si centellinava, ed i portafogli erano piccoli e senza pretese, giusti per contenere quello che bastava a vivere dignitosamente. Per il resto eravamo fortunati, perché il grosso ce lo dava la campagna. E frutta e verdura erano sempre tagliati e cucinati freschi quotidianamente. Quel piccolo portamonete mi è rimasto nel cuore, perché mia nonna ci tirava fuori anche i soldi per le caramelle ed il cono gelato da prendere al bar nel pomeriggio.

Minimu_money_pouch

Ho deciso di ricreare quel borsellino perché questa storia merita di essere riportata alla luce, perché spesso anche io ho bisogno di centellinare gli spicci e di comprare il giusto necessario per mandare avanti la baracca, perché in questi ultimi anni sto rivivendo un po’ quell’atmosfera di frugalità, ma anche di pienezza, che si viveva quando ero piccola. L’ho chiamato Minimù Money Pouch,  perché misura solo 11,5 cm in larghezza x 8,5 cm in altezza, mini si, ma anche Mu… da “Mutter”, madre, genitrice, madrevite che racchiude in essa la vita.

minimu_money_pouch2

Se vuoi adottare anche tu un minimù, lo trovi nel mio shop su Dawanda, ad un prezzo di lancio speciale speciale, che non terrò per molto tempo.