Gli essenziali per fare patchwork

Di recente ho letto di un fratello cyber tecnologico che chiede alla sorella editrice, impegnata sul versante di pubblicazioni indipendenti inerenti arte e artigianato, del perché le persone, nonostante la tecnologia, continuino a lavorare con le mani e quale piacere o profitto ne traggano. Janine, l’editore e madre di Uppercase e delle relative pubblicazioni monotematiche sotto la U giga di Uppercase, ha girato a noi abbonati la domanda.
Per me, come già detto in altre occasioni, è un sentirmi connessa col mio vissuto familiare, con la storia dei bachi da seta tenuti dalle mie nonne in Sicilia, con la tessitura, con la sartoria della mia nonna paterna e per una gestualità tanto antica e tanto radicata nel mio dna.
Credo che in quasi ogni famiglia in Italia e nel mondo si siano tramandati spesso quei gesti e spesso anche gli strumenti. Sapendo della mia passione, mi sono arrivati spesso tesori in regalo da amici e parenti, che magari questo legame non l’hanno mai vissuto così forte, contenenti ogni sorta di fili preziosi senza tempo, ditali e forbici antiche e bottoni di ogni forma e colore.

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Quando ho ripreso a fare patchwork ad inizio anno, avevo già tutto quello che mi serviva a casa, ho quindi solo dovuto rispolverare i vecchi strumenti e riprendere l’abitudine di cucire.

Se ti stuzzica l’idea, per iniziare dalle basi, probabilmente hai a casa tutto quello che ti serve anche tu. Gli strumenti essenziali sono davvero lontani da quanto giri voce che servano accessori costosi ed indispensabili, moderni ed ergonomici, volendo proprio ricordare che già nel 1700 gli Inglesi erano dediti a quest’arte che divenne poi di necessità più che diletto nel nuovo mondo.
Di necessario quindi se proprio vogliamo bastano un paio di forbicine, del filo da cucito non troppo grosso, preferibilmente in cotone, degli avanzi di tessuto colorato, possono essere anche di recupero, meglio comunque di cotone o seta, e l’importante è utilizzare sempre tessuti di spessore simile, ottima la scelta per esempio di riutilizzare le camicie, cravatte e persino il cotone di vecchie lenzuola o grembiuli da cucina, mettici poi degli aghi da cucito o ricamo, del filo per imbastire, un ditale se odi anche tu traforarti le dita, sappi comunque che ci sono persone che ne fanno volentieri a meno.
Fammi sapere se ti va di iniziare qualche progetto facile e veloce insieme a me, potrei pensare di presentarne qualcuno proprio qui.

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Sto lavorando a qualcosa di bello, credo che in questo periodo abbiamo tutti un gran bisogno di bellezza, di bellezza magnifica, amore e compassione, come fu per il Rinascimento un po’ di secoli fa.
since then, fammi sapere qui il tuo pensiero, o scrivimi, sarò felice di connettermi con te.

xoxo G. Aka Jdeebella at Soulfulcrane

Di quilt ed altre storie

Ciao!

Benvenuto Aprile; la primavera è spuntata, è ora di scrollarsi di dosso il pesante letargo invernale. Dalla finestra osservo gli alberi che cominciano a gemmare, gli uccellini a cantare e il sole a fare breccia cominciando a scaldare, sciogliendo l'anima e l'umore.

Come ho scritto nella mia ultima newsletter, dopo il lancio del e-book ho voluto prendere una pausa per ricaricare le batterie. Ho letto, e mi sono piaciuti "La mucca viola" di Seth Godin e "The little book of Lykke" di Meik Wiking, (sempre quella di "The little book of Hygge").

E poi come sai, mentre ero indecisa se ultimare la collezione primaverile di stoffe (la cui uscita è slittata clamorosamente da Marzo ad Aprile), o mettermi di buona lena per completare i brief del Bootcamp, che per la cronaca, quello di Marzo è stato uno dei più memorabili (ed io non ho caricato il mio nella gallery.... argh!!), mi sono nuovamente imbattuta nel patchwork.

Sai come succede con la pace dei sensi, vero? Una cosa che hai tanto amato fare, ad un certo punto diventa indifferente, e pensi che quell'impulso che ti aveva fatto smaniare non tornerà più. Ecco, con il patchwork pensavo di aver raggiunto la pace dei sensi.

Saranno passati almeno 9 anni da che ho cucito un quilt, infatti l'ultimo era stato quello per la culla di mio figlio prima che nascesse. Invece è bastata una foto per farmi riprendere gli attrezzi in mano ed in poche settimane ho completato alcuni miniquilt, più un progetto che avevo lasciato a metà lo scorso anno. Infatti a maggio 2017 avevo disegnato di getto un quilt ad appliqué, avevo finito 4 dei 9 blocchi che lo compongono e poi come succede spesso, tra estate in arrivo, impegni ed altre cose, avevo abbandonato il progetto. Quindi il periodo favorevole, e il fatto che questo quilt mi piace proprio tanto  e per le stoffe di Cotton + Steel che ho usato all'inizio, in poco tempo ho finito di cucire anche gli altri cinque blocchi, e sto ultimando i bordi. Ho già editato il pattern che si chiamerà The Pretty Modern Illustrated Quilt, e sarà disponibile a breve e per il quale sto organizzando un Blog Hop.

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Infine ti lascio lo scaricabile del mese di Aprile del calendario in A4.

Xoxo, Giusy aka JdeeBella at Soulful Crane - The Creative Nest in Italy

OMG! come passa in fretta Febbraio

Febbraio è corto e corre come un treno. Siamo già a metà ed ancora non ho capito nulla di lui. La cosa buona è che ho tolto i punti della biopsia (si, ne ho fatta una al 31 Gennaio e aspetto ancora le risposte), mi sono beccata una tosse del cavolo subito dopo che mi ha tenuta a casa per tre giorni tra Propoli, Miele e tisane emollienti e bollenti, e il Carnevale è andato senza lasciare traccia e quest'anno per fortuna è stato molto discreto (si capisce che è una festa che NON amo alla follia?), mio figlio si sta appassionando a "LA CASA NELLA PRATERIA" (si, ho i dvd della serie completa), ed io nonostante tutto sono riuscita a fare delle cose che non facevo da diverso tempo. Una di queste è il patchwork. Nel giro di noia e niente mentre ero sul divano con la tazzona bollente e girovagavo nel web con il mio Ipad dell'ante-guerra, mi sono imbattuta nel sito Carried Away Quilting e mi sono lasciata prendere dalla nostalgia per il quilting. Negli ultimi anni specialmente mi ero allontanata da quel mondo, lo stile Modern per quanto bello, non mi è mai piaciuto granchè, ma quando ho visto alcuni di quei blocchi tradizionali che diventavano nuovamente attuali mi si è acceso il cuore. Non c'è bisogno di comprare "patterns", perchè è tutto nella mia testa, so calcolare le misure e rifare un blocco solo guardandolo in fotografia ed oggi ho l'impressione che si rivenda tanto materiale che venti anni fa quando ho iniziato io era FREE of Charge ed accessibile a tutti. Io in fondo ho insegnato Patchwork e Quilting per un paio d'anni, e come testimoniano le mie allieve ancora oggi, senza falsa modestia, ero anche brava.

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Ho usato le stoffe che ho disegnato io stessa e mi piace molto come è venuto. Ora ci vorrà un po' di tempo per la quiltatura, dopo lo appenderò nel mio studio.

All'inizio della settimana passata invece ho avuto contatti belli belli che se dovessero concretizzarsi in qualcosa di più sarei davvero felice felice! Incrocia le dita per me!

Su Etsy ci sono stati i saldi, ed ho avuto modo di acquistare due pezzi che sarebbero stati altrimenti per me proibitivi, mi sono regalata due capi di Son de Flor a metà prezzo, e sono meravigliosi, anche se indossati mi fanno sentire un po' Miss Olivia, un po' la signora Caroline Ingalls. Tu che ne pensi?

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fino alla prossima, xoxo, Jdeebella at Soulful Crane - The Creative Nest in Italy.

 

 

 

 

Aging and what I learned out

In questi mesi ho dovuto rallentare qualsiasi attività per dei motivi di salute. La settimana che si è appena conclusa mi ha vista annaspare in un fastidioso "pessimismo cosmico" dovuto alla terza diagnosi diversa in tre mesi e un prelievo istologico che mi è costato due punti. Insomma mi sono fermata per forza di cose a riflettere.quilted.jpg

Come ho scritto qualche post fa, l'aver scritto Happy at Home ha riportato a galla tutto il percorso creativo fatto fin qui. Ho realizzato anche che oggi non ho solo molta più esperienza, ma anche più anni. Di colpo ho capito che non sono più una ragazzina, anche se chi mi conosce è sicuramente già stufo di sentirmi dire che "sono una signora di mezz'età" come amo definirmi da anni ormai, questo perchè non ho mai nascosto la mia età, nè ho paura di rughe e co. Ma un conto è giocare con le battute, un conto è sentirsi di colpo cambiata ed il dover fare i conti con una nuova fragilità.

Sedici anni fa insegnavo patchwork ad allieve che allora avranno avuto la mia età di ora o qualche anno in più. Ricordo che quando tornavano a lezione, qualcuna si schermiva per non aver fatto "i compiti" perchè di sera non ci vedeva bene ed era stanca, per il troppo lavoro e perchè comunque la sera era l'unico momento in cui poteva mettersi al lavoro indisturbata da faccende e figli che richiedessero la sua presenza. Comprendevo, ma forse soltanto ora comprendo fino in fondo la frustrazione di voler tanto fare una cosa e non riuscirci. In questo periodo ho ripreso in mano gli strumenti che non toccavo da tanto tempo, ma mi accorgo che anche io ora faccio fatica se non c'è luce a sufficienza e che la sola lampadina della stanza non basta, e pensare che una volta potevo vederci al buio con solo la luce della macchina da cucire e una lampada da tavolo. Questo per dire che non bisogna mai dare nulla per scontato, che bisogna mettersi nei panni degli altri ed esercitare l'empatia, che secondo me è una cosa che da sola potrebbe, anche se non cambiare il mondo, renderlo sicuramente migliore.

Accettare gli imprevisti fa parte della nostra vita, e così ho deciso che per stare al passo con la mia nuova condizione di donna matura devo senz'altro rallentare, e godermi i momenti passo passo, senza cercare di competere con chi magari riesce ad essere più veloce per questioni anagrafiche. Quindi, ben venga la maturità ed accettiamo anche i piccoli acciacchi e conseguenze cercando di girarli a mio vantaggio. Intanto ho con me l'esperienza, che mi guida con la consapevolezza di chi sà che deve fare next time, come le cose che sto facendo in questi giorni, che vede protagoniste le stoffe che ho disegnato di recente, impiegate in qualcosa di bello e unico.

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Intanto, continua la raccolta su Instagram dei post con ashtag #soulfulcranestudentmc e tu? Hai già letto l'ebook? Che ne pensi? Qual'è il tuo lato multipotenziale che vuoi far conoscere? Let's talk!